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Anno 7 - Numero 1
gennaio-febbraio - 2004
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Una delle critiche nei confronti della medicina
“alternativa” è che, in presenza di
patologie serie, verrebbero impediti o
ritardati interventi scientificamente provati e potenzialmente in grado di
salvare la vita. Un fatto accaduto in Olanda, e di
cui dà notizia il British Medical Journal del 28 febbraio 2004, ha posto di
nuovo all’attenzione questo problema.
Il 20 agosto 2001 è deceduta, per cancro al seno in un ospedale di
Nimega, Silvya Millecam, famosa e brillante attrice e presentatrice
televisiva di 45 anni, che aveva
del tutto rifiutato i trattamenti della medicina
tradizionale, rivolgendosi a ben 28 differenti
professionisti o istituzioni praticanti medicine
alternative. L’Ispettorato Olandese della Sanità ha aperto un’inchiesta,
evidenziando che costoro avevano smentito la diagnosi
di cancro al seno, offrendo alla Millecam prospettive di
cura “secondo modalità di
trattamento non provate”. La conclusione del rapporto degli ispettori è che
sono state tentate cure irresponsabili o criminali, meritevoli di interventi disciplinari
o di procedimenti
penali. Secondo l’Ispettorato della Sanità, “il regime liberale olandese non
garantisce a sufficienza la protezione del cittadino
nei confronti di chi agisce scorrettamente
praticando cure alternative” ed è giusto prevedere misure che migliorino la
tutela nei confronti di “ciarlatani
pericolosi”. In seguito a ciò, l’autorità sanitaria olandese sta vagliando
l’ipotesi di emanare leggi più severe nei
confronti dei praticanti la medicina
alternativa.
Nel settembre del 1999 il medico generalista della Milelcan aveva
identificato un nodulo di circa un centimetro
al seno e l’aveva inviata a un servizio di
radiologia ospedaliero, ma il risultato
dell’indagine non fu conclusivo. Fu allora inviata da un chirurgo, ma l’attrice
preferì rivolgersi a un medico
che praticava l’elettro-agopuntura, che le assicurò che non vi era nulla di
preoccupante.
Nel maggio 2000 fu fatta diagnosi di
cancro al seno e raccomandato l’intervento chirurgico, ma la Millecan preferì rivolgersi ad un popolare guaritore che le
garantì che non aveva un cancro mettendola in guardia
contro la chemioterapia. Iniziò pertanto a frequentarlo regolarmente per
sottoporsi ai suoi “trattamenti”.
Successivamente intraprese varie cure, tra cui “un
trattamento specifico per le cellule tumorali” presso una clinica svizzera, individuata
in un sito Internet. Là, essa si sottopose ad una macchina speciale che si
affermava producesse impulsi magnetici in grado di
determinare nell’organismo la fissione a freddo del potassio in sodio
ed ossigeno, liberando pertanto ossigeno salutare ed energia (anche i fisici
meno dotati sanno che tale processo di
fissione richiede una quantità tale d’energia che si ritrova solo nel nucleo di
una supernova in esplosione, a temperature di
poche centinaia di milioni di
gradi e densità di
milioni di tonnellate per centimetro cubico
...).
La Millecan si rivolse poi ad una clinica omeopatica di Amsterdam,
dove pare le sia stata attuata l’ozono-terapia e somministrate preparazioni
omeopatiche in (paradossalmente) notevoli quantità. Successivamente
passò ad un altro guaritore che, come è stato accertato, tentò di
trattare la neoplasia con capsule di sale. Si
rivolse poi a un guaritore psichico che si adoperò a
convincerla che essa non aveva un cancro, ma un’infezione batterica.
Poi, o contemporaneamente, la Millecan consultò una
medium, che le confermò che la sua patologia
non era di origine cancerosa. Proprio in questo periodo la donna
iniziò ad evitare qualsiasi persona che potesse accennare che l’origine del suo
problema non era di tipo batterico.
Come si accennava in precedenza, Silvya
Millecam consultò molti più presunti guaritori
di quelli qui riportati. Negli ultimi mesi
della sua vita restò in una clinica di un medico
fidato, sottoponendosi a colon-idroterapia (clisteri), terapia del suono,
omeopatia, agopuntura ed elettro-puntura di Voll. La donna era diventata
così debole che non riusciva a stare in piedi
per gli edemi agli arti, sedersi per l’intenso dolore al petto, sdraiarsi perché
non riusciva a respirare, non poteva dormire, poteva deglutire solo liquidi.
In agosto 2001 la Millecam
fu ricoverata presso l’ospedale universitario di
Nimega e poco dopo morì. Si calcola che il costo di
questi trattamenti alternativi sia stato dell’ordine
di 100.000 sterline, buona parte delle quali incassate dalla clinica svizzera.
L’autorità sanitaria olandese vorrebbe ora una modifica
della legge che consenta un maggior controllo di
quanti praticano cure alternative, che devono essere tutti iscritti in un
apposito registro, ed inoltre che sia considerato atto illecito una diagnosi
clinica fatta da qualsiasi persona che non sia un medico.
La Reale Associazione dei Medici Olandesi
sostiene questa proposta.