La nanna:
 
E’ arrivato il tanto agognato bebè. Finalmente si
arriva a casa, stanchi ma felici, si assiste alla
solita processione di amici e parenti, papà e mamma si guardano
teneramente negli occhi e guardano il loro tanto desiderato bebè. La mamma è un poco stanca ma felice. Le prime notti, però, non si dorme , sarà un caso, pian piano il nostro marmocchio si metterà
a dormire. A volte non è così, passano i giorni, le
settimane i mesi, talora gli anni. Il momento di mettere il bimbo a nanna diventa un incubo e anche
quando il pargolo dorme i genitori non riescono ad
addormentarsi in quanto pensano ora si sveglia, ora si sveglia….e quando stanno
per crollare arriva il temuto urlo che segnala il primo dei tanti risvegli
notturni.
Si parla con i parenti e gli amici. Ognuno dà il
suo consiglio, si iniziano a somministrare tisane, a
far dormire il bambino nel lettone o in braccio o nella carrozzella o in
macchina. A volte mi viene da pensare che alcuni nomadi non siano altro che
genitori i cui figli non volevano saperne di dormire  che hanno scoperto che il bebè si
addormentava facendogli fare dei giri in macchina. Purtroppo il giro in
macchina fa addormentare il bebè ma dopo poco, minuti o
ore, si ricomincia daccapo.
Gli stratagemmi più diffusi sono, oltre a quello
di ninnarlo, di farlo addormentare in
braccio, di fargli fare
un giro in auto o in carrozzino (anche in piena notte) quello di dargli la mano, di tenerlo attaccato al seno
o di dargli biberon in
continuazione di farlo giocare con i nostri capelli (col risultato
che alcune mamme hanno delle zone di calvizie).
La nostra coppia che avrebbe
voluto avere più di un bambino si ferma al primo anche perché
l’attività sessuale, in taluni casi, diventa impossibile per la
stanchezza accumulata o perchè interrotta dal
richiamo del caro pargolo al suo ennesimo risveglio.
Nei primi mesi si dà la colpa alla fame (ma il tuo
latte basterà? E’ un po’ liquido), poi alle coliche gassose, poi si inizia a pensare che soffra per i dentini, poi “vedrai
quando cammina”. Niente l’incubo continua.
Eppure i genitori hanno letto tanti libri “la
famiglia perfetta in 80 lezioni”, il bambino ideale in una coppia ideale in una
società ideale integrati con la natura” (poi magari entrambi fumano), “storia del sonni dagli antichi egitti ai
giorni d’oggi”, hanno fatto ricerche su Internet ecc. Poi hanno provato, dopo
le tisane e gli infusi, lo sciroppino alle erbe, poi lo sciroppino più forte e
sono tentati di chiamare un anestesista per far dormire il loro
amore-incubo
Precisiamo innanzitutto che i disturbi del sonno: difficoltà ad addormentarsi, risvegli precoci al mattino o vari
risvegli notturni sono frequenti a tutte le età. In età pediatrica le  statistiche ci dicono che fino al 35% dei
bambini sotto i cinque anni presenta dei disturbi del sonno.
I disturbi “seri” del sonno, cioè dovuti a problematiche organiche o psicologiche
rappresentano una minima parte in quanto il 98% dei disturbi del sonno sono
“funzionali” ma determinano dei disturbi anche durante la
giornata in quanto un bambino che si sveglia tante volte per notte non riesce a
riposare in modo adeguato. Di conseguenza è più noioso, piange
frequentemente,  vuole
stare sempre in braccio, è sempre più dipendente la figura
materna. La mamma, la nonna, la tata, il papà, oltre a non dormire passano il
tempo con il bambino.
Tale atteggiamento a lungo termine è molto dannoso
in quanto la dipendenza dall’adulto può
causare delle difficoltà nei rapporti con gli altri da adulti.
Il bambino più grandicello con disturbi del sonno può
presentare disturbi dell’attenzione, turbe del carattere,
essere timido, ansioso e avere uno scarso rendimento scolastico.
I disturbi del sonno del
bambino causano dei problemi nei genitori e in tutta la famiglia; si inizia ad accusarsi vicendevolmente, i conoscenti
accusano i genitori di non essere buoni genitori, di conseguenza si altera il
rapporto tra loro, si diventa insicuri, si alimentano i sensi di colpa e si litiga anche
per banalità. In alcuni casi la stanchezza fisica e mentale associata a insicurezza, sensi di colpa e di fallimento e la mancanza di dialogo  può portare a depressione e mette le basi per
un rapporto di coppia alterato.
Come abbiamo già detto precedentemente
la maggior parte dei disturbi del sonno sono “funzionali” cioè il
bambino non ha nessuna malattia, non ha problemi psicologici e non è viziato
come tutti, quasi, ci vogliono far credere. Non ha il meccanismo del sonno. La
sua sveglia interna non è “tarata”. Non è stato educato al sonno.
A questo punto dobbiamo fare un ragionamento:
mangiare, dormire ed andare di corpo sono bisogni fondamentali degli  esseri viventi. Tutti mangiamo
e dormiamo, e andiamo di corpo, ma un conto è
farlo un altro è farlo bene. Di fatto tutti i bambini,
anche quelli che non dormono, dormono, ma lo fanno male , in modo disorganizzato e un bambino
che non dorme bene può essere educato ed abituato a dormire (lo stesso discorso vale per il
mangiare e per l’andare di corpo). A questo punto direte: va bene, ma come?
Rispondiamo semplicemente:
facendolo dormire da solo con i propri mezzi e senza altri artifici (dormire in
braccio, nel lettone, con il biberon, con la televisione, con la musica). Il
bambino deve dormire nella sua culla o lettino con il ciuccio (o il dito) e dopo i primi mesi
con il (i) giocattolo (i) del cuore.
Sicuramente parlare è facile, fare è difficile ma lasciatevi
guidare dai consigli del vostro pediatra e provate a seguire
poche piccole regole.
Vi consigliamo una lettura da cui abbiamo preso
alcuni spunti per questi articoli: “Fate la nanna” di Eduard Estivill
e Sylvia de Bajar, casa editrice “Mandragora”.