Gentile dottore,
sono un pò preoccupata
da quando ho fatto la seconda dose
ritornata a casa; la febbre gli è passa completamente
dopo circa 12 ore e dopo avergli dato altre 3 volte la tachipirina
(che comunque non sembrava avesse alcuna azione sulla temperatura corporea del
mio bambino). Vorrei precisare che prima che la febbre
Anche la prima dose
Siceramente ora sono un pò preoccupata al pensiero del dover effettuare il
richiamo fra sei mesi, anche perché il caso
Ho espresso il mio
dubbio al mio pe
Vorrei un consiglio anche da lei; devo fare il
richiamo?
Autorizzo il
trattamento dei mie dati e l'eventuale pubblicazione
della lettera
Grazie
Daniela
Gent.ma
Sig.ra
rispondendo alla sua preoccupazione riguardo la terza
dose di vaccino esavalente a suo figlio, visto il riscontro di febbre
particolarmente elevata alla seconda somministrazione (oltre i 40° C)
e visto che tali reazioni, da quando in particolare si usa il vaccino antipertossico acellulare (meno responsabile del precedente
vaccino, cellulare, di reazioni febbrili così elevate) sono comunque rare,
prudenza vorrebbe non procedere con la terza somministrazione, rientrando il
caso fra le reazioni generali maggiori alla somministrazione del vaccino.
Ovviamente
questa è una risposta "generale" in quanto
ragione vorrebbe che fosse l'analisi del singolo caso fatta dal suo pediatra a
valutare il rapporto rischi/benefici nel proseguire o meno il ciclo
vaccinale, mancando infatti una terza dose per completare.
Da
un lato infatti le statistiche (a queste è
indispensabile ricorrere) considerano progressivo il rischio di ulteriori
reazioni simili con il passaggio alla seconda e alla terza dose (il suo caso)
dello stesso vaccino, mentre dall'altro il non effettuarla ovviamente rende
possibile l'eventuale contagio nei non protetti dal vaccino, sia se del
tutto che se solo in parte.
L'uso
del vaccino esavalente ha portato a notevoli progressi nelle
copertura vaccinale e
Pertanto
considereremmo la non somministrazione della terza dose (anche se, in effetti,
la reazione febbrile del suo bambino, pur elevata, si è risolta di fatto senza complicazioni, alla stregua di possibili
altre situazioni febbrili cui suo figlio, specie frequentando la comunità,
andrà comunque incontro) come scelta giustificata, contando nel suo caso, come
del resto nei pochissimi casi di reali controindicazioni alla pratica
vaccinale, nella copertura assicurata dai coetanei di suo figlio, mentre ci
orienteremmo, se il suo pediatra è d'accordo, alla somministrazione isolata
della terza dose di antiepatite B (praticamente priva di effetti collaterali)
in quanto patologia in genere non legata a frequenza di comunità.
Anche
per quanto riguarda la protezione verso il tetano, altra patologia non
provocata da un contagio interumano, consiglieremmo una terza dose magari verso
il terzo anno
Infine,
per quanto riguarda i casi di decessi legati alla somministrazione di vaccino
esavalente (3 casi in Germania e 1 in Austria negli ultimi 3 anni) l'Agenzia
Europea di Valutazione dei Farmaci, dopo attenta valutazione, ha
escluso un nesso causale; aggiungiamo infine che i 4 casi risultavano
successivi alla quarta dose di esavalente e che il calendario italiano ne
prevede solo tre.
A
chi interessasse approfondire la questione in oggetto,
il sito dell' Agenzia (pubblica) è www.emea.eu.int ;
ci preme comunque sottolineare come la successione fosse unicamente temporale
(entro 48 ore dalla somministrazione del vaccino) mancando altra forma di
casualità accertata, e quindi un criterio assai labile.
Infatti il criterio "post-hoc, propter-hoc" (dopo questo, a causa di questo) se fosse
accettato in tutte le manifestazioni umane, e non solo sanitarie, porterebbe in
breve alla paralisi irrazionale di qualunque nostra attività !
Cordialmente