Lettera a Cittadinanza Attiva
Facendo seguito alla lettera indirizzata al Ministro della Salute Francesco Storace da parte del dr Stefano A. Inglese, a nome di Cittadinanza Attiva, e pubblicata sul sito www.cittadinanzaattiva.it e sul Sole 24 Ore Sanità, pubblichiamo qui la risposta del Presidente APeG Gianni Caso
La
lettera di Cittadinanza Attiva
Pubblicata sul sito www.cittadinanzaattiva.it e sul Sole 24 Ore Sanità, ecco la lettera indirizzata dal Dr Stefano A. Inglese al Ministro Storace:
"Le
scriviamo per manifestarle la nostra preoccupazione per la situazione di disagio
denunciata dai cittadini residenti in più Regioni, ormai da diversi anni a
questa parte, riguardo le difficoltà di accesso al pediatra di libera scelta e
l'inadeguatezza delle prestazioni assicurate in questa area della assistenza
territoriale".
Si apre così la lettera inviata questa mattina dal
responsabile nazionale del Tribunale per i diritti del malato-Cittadinanzattiva
Stefano Inglese al Ministro della salute Francesco Storace. Di seguito il testo
della missiva.
"Le segnalazioni fanno riferimento, in particolare,
all'impossibilità di ottenere il pediatra dalla propria Asl e alla necessità di
ricorrere, in alternativa, ad un medico di medicina generale, oltre che alla
negazione, di fatto, della possibilità di esercitare il diritto alla libera
scelta giacché, spesso, si ha a disposizione un solo pediatra, e se non si è
contenti, evidentemente, non lo si può cambiare. La carenza di pediatri sul
territorio è all'origine, inoltre, di frequenti lamentele riguardanti
l'indisponibilità degli stessi a recarsi al domicilio o la richiesta di parcelle
non dovute, la loro irreperibilità, oltre che l'inadeguatezza degli orari di
apertura degli studi.
Tutto ciò determina, di fatto, una situazione nella
quale l'assistenza pediatrica per molti italiani rappresenta un servizio
virtuale, laddove, bene che vada, sono costretti a pagare per ottenere visite a
domicilio, nelle situazioni peggiori devono scegliere per i loro figli un medico
di medicina generale, o decidere di ricorrere ad un pediatra privato. Inutile
dire quanto tutto ciò sia percepito dai cittadini come una iniquità e una palese
ingiustizia, visto che l'assistenza pediatrica è parte integrante dei livelli
essenziali di assistenza.
La situazione attuale è sicuramente legata alla
carenza effettiva di pediatri, come dimostrano i dati ufficiali, con una
disponibilità, in tutte le Regioni, inferiore al fabbisogno reale del Paese e a
quello previsto dalle normative attuali. Ma si deve anche, in tutta evidenza,
alle resistenze opposte al convenzionamento di nuovi pediatri per il Servizio
sanitario nazionale.
Il rapporto ottimale di un pediatra per ottocento
assistiti al di sotto dei 14 anni si è rivelato visibilmente inadeguato per
garantire la reperibilità necessaria e le visite al domicilio, soprattutto in
particolari periodi dell'anno. Per questa ragione riteniamo necessario che tale
rapporto venga rivisto, come è già avvenuto in alcune Regioni, come Toscana e
Lazio, riducendo il tetto massimo a 600-650 assistiti per pediatra.
Ci
sembra indispensabile, inoltre, che questo avvenga attraverso una indicazione
unica valida per tutto il territorio nazionale. L'imminente rinnovo della
convenzione tra il Servizio sanitario nazionale e i pediatri rappresenta, da
questo punto di vista, una opportunità preziosa per evitare di lasciare questa
scelta alla buona volontà delle singole Regioni, con l'inevitabile conseguenza
di disomogeneità evidenti nel trattamento garantito ai cittadini, a volte anche
a pochi chilometri di distanza. Un intervento di medio-lungo termine dovrebbe
puntare, invece, all'ampliamento del numero dei posti disponibili nelle scuole
di specializzazione di pediatria del nostro Paese."
La
lettera di APeG
Inviata il 16 agosto 2005 al Dr Stefano A. Inglese e, per conoscenza, al Ministro Storace e alla Redazione de "Il Sole 24 Ore Sanità", la risposta di APeG.
Stim.
mo Dr Inglese,
mi rivolgo a Lei in qualità di Presidente di APeG
(Associazione dei Pediatri in Gruppo), Associazione Nazionale che si propone di
promuovere, nell'ambito della Pediatria di Famiglia, la diffusione delle forme
associative (Pediatria di Gruppo in particolare, ma anche la Pediatria in
Associazione) e, più in generale, di una cultura dell'organizzazione intesa non
come mero esercizio di efficientismo, ma come funzionale ad un miglioramento
dell'efficacia e dell'efficienza nell'assistenza al bambino e alla sua
famiglia.
Consulto regolarmente il sito web di Cittadinanza Attiva, di cui apprezzo le iniziative puntuali ed incisive, e mi ha particolarmente interessato, per ovvi motivi, la lettera indirizzata al Ministero della Salute, in cui Lei sottolinea alcune criticità del Servizio della Pediatria di Famiglia, successivamente pubblicata sul quotidiano "il Sole 24 Ore Sanità".
Ricorderà certamente il nostro invito alla Tavola Rotonda svoltasi a Roma
ad aprile 2004 in occasione del nostro Congresso Nazionale, in cui si chiedeva
alla Vostra Associazione e a Lei in particolare, presente, tra gli altri,
l'Associazione Altroconsumo, di commentare i risultati di una Indagine Nazionale
sulla Qualità Percepita in Pediatria di Famiglia: la prima del genere, con oltre
1500 interviste ad un campione ponderato di mamme italiane assistite da Pediatri
di Famiglia, affidata da APeG ad un agenzia esterna, di provata affidabilità e
correttezza, come Abacus.
Lei declinò cortesemente l'invito. Oggi, alla luce
delle Sue argomentazioni sulla situazione dell'assistenza pediatrica italiana, i
risultati di quella indagine suonano un po' come "un'occasione perduta" e
diventano ancora più attuali, per diversi motivi
Nella
sua Lettera, Lei evidenzia manchevolezze "strutturali" del servizio della
Pediatria di Famiglia, tra cui la copertura non uniforme del territorio
Nazionale e il fatto che spesso la cosiddetta "Libertà di scelta" del Pediatra
sia di fatto disattesa. Problemi seri, che ci trovano d'accordo sulla necessità
di trovare delle vie di uscita. Ricordando però che non è così facile escogitare
soluzioni, alcune delle quali (abbassamento del numero di assistiti in carico al
pediatra, ad esempio) sono scarsamente compatibili, non solo a medio termine,
con i pochissimi Specialisti in Pediatria che annualmente le Scuole di
Specializzazione, in ottemperanza a direttive europee, immettono sul "mercato"
dell'assistenza pediatrica territoriale.
Lei
sottolinea anche, nella Sua lettera, carenze nella qualità e nella puntualità
del servizio del Pediatra di Famiglia. Anche su questo, con la prudenza e
l'equilibrio che i risultati dell'indagine Abacus consigliano, convengo con Lei
sulla necessità di lavorare e di confrontarsi perché l'efficacia e l'efficienza
del servizio fornito dal Pediatra di Famiglia migliorino.
Non posso
pertanto che condividere la sostanza di diverse Sue osservazioni. Sul metodo mi
permetto garbatamente di eccepire. Si rischia a mio avviso di cadere nello
stesso errore di certe campagne un po' fideistiche (da cui, intendiamoci, anche
i pediatri e le associazioni pediatriche non sono esenti), in cui esiste sempre
una categoria che ha ragione e un'altra che ha torto. Se mi passa la metafora
del traffico, è abitudine comune colpevolizzare l'automobilista, prendendo le
parti sistematicamente del "povero" pedone, o del "povero" ciclista, o del
"povero" scooterista. Ci dimentichiamo spesso però che ciascuno di noi è, a
turno, automobilista, ciclista e pedone, e che se a mancare è la cultura della
responsabilità personale e del rispetto reciproco, ogni rivendicazione avrà
sempre poco spessore e scarsa efficacia, e il traffico rimarrà una
bolgia.
Detto questo, il passo successivo è mettersi al lavoro, insieme, facendo tesoro delle rispettive esperienze e dei rispettivi punti di vista, nessuno dei quali da solo esaurisce il problema. Su due direttrici, a mio avviso:
Attendo un Suo riscontro, disponibile se lo desidera a farLe avere i risultati completi dell'Indagine Abacus (pubblicati, oltre che su alcune riviste pediatriche nazionali, nell'Area APeG del sito www.amicopediatra.it) e Le porgo i miei più Cordiali Saluti
Gianni Caso
Presidente di APeG
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